I vini abruzzesi alla conquista di mercati sempre più esigenti

Mannaggia lu vine, vine, vine che la coccie me fa girà…

Gli archeologi assicurano che le colline d’Abruzzo sono state culla della coltura dell’uva fin dall’età del ferro; lo storico greco Polibio citava la viticoltura teramana, narrando le gesta di Annibale dopo le vittoria di Canne(216); nel I secolo a.C. il poeta Ovidio, nativo di Sulmona, celebrava la sua terra come “ricca di uve” e nel corso del tempo, fino ad oggi, la produzione di uve e vini nella regione non si è mai interrotta.

Gli abruzzesi non solo producono vino ma tradizionalmente lo consumano copioso.

Sono noti agli amanti della tradizione popolare i versi del canto folcloristico regionale che recita nel ritornello:

“MANNAGGIA LU VINE, VINE, VINE

MANNAGGIA LU VINE, VINE, VA

MANNAGGIA LU VINE, VINE, VINE

CHE LA COCCIE ME FA GIRÀ”

In verità negli ultimi anni il modo di accostarsi al vino degli abruzzesi è cambiato: al consumo diffuso, non sempre di qualità superiore, si è affiancato un tipo di consumo più consapevole e attento alla scelta di vini genuini e dalle caratteristiche organolettiche importanti.

L’enologia abruzzese è oggi annoverata tra le “grandi” del settore, definitivamente accreditata da attestati critici e prestigiosi premi.

La produzione è varia e articolata e ha da tempo superato i 100 milioni di bottiglie annue, mentre la superficie coltivata a vitigno supera i 36.000 ettari. La produzione regionale più diffusa è quella del Montepulciano d’Abruzzo DOC e del Trebbiano d’Abruzzo DOC.

Montepulciano d’Abruzzo DOC

Ha all’origine il vitigno Montepulciano, originario della Valle Peligna, da non confondersi con l’omonimo vino toscano, si produce nelle Province dell’Aquila, di Chieti, Pescara e Teramo.

Dal colore rosso rubino intenso, ad esclusione del Cerasuolo in cui il rosso è ciliegia più o meno carico, dal sapore pieno, asciutto, armonico e l’odore leggermente fruttato, predilige gli abbinamenti con i sapori robusti: primi piatti con ragù di carne, carni rosse al forno o alla griglia, agnello, pecora, maiale, cacciagione, formaggi stagionati e zuppe saporite.

Trebbiano d’Abruzzo DOC

Il vitigno del Trebbiano ha origine autoctona e si coltiva fin dal XVI secolo.

Si produce in tutte le province abruzzesi, in terreni collinari o di altipiano di altitudine non superiore ai 500 metri.

Ha il tipico colore paglierino, l’odore è delicatamente profumato, il sapore asciutto, vellutato e armonico, la gradazione media è dell’ 11%.

L’abbinamento di elezione è con preparazioni a base di pesce, ma si accompagna perfettamente anche ai piatti a base di legumi, verdure e uova.

Vini DOC del teramano

Un discorso a parte va dedicato alla produzione vinicola teramana, per gli estimatori l’avamposto dell’enologia abruzzese, per la concentrazione di un buon numero di aziende storiche e di nuova costituzione distribuite all’interno di un territorio di media e alta collina, segnato a Nord dal fiume Tronto e attraversato da altri cinque fiumi, tra le altitudini del Gran Sasso e il mare Adriatico, che assicurano una perfetta escursione termica e un clima mite-temperato, con una media annuale tra i 12 e i 16° C.

I terreni sono a prevalente composizione calcareo-argillose, in alcune zone con substrati sabbiosi, in altre con substrati sciolti e freschi che conferiscono potenza ed eleganza ai vini che si producono.

Sono proprio le caratteristiche pedoclimatiche che determinano le caratteristiche tipiche dei vini teramani e li differenziano da quelli prodotti nel resto della regione.

Al contrario che nelle altre province d’Abruzzo, nella provincia di Teramo la proprietà privata non ha subito la parcellizzazione, infatti si possono contare diverse proprietà di notevoli dimensioni.

È probabile che questa situazione abbia influito sulle scelte fatte dai produttori teramani negli ultimi anni, che hanno voluto distinguere le loro produzioni, tanto da ottenere nel 1995 il riconoscimento della sottozzona “Colline Teramane” per il Montepulciano d’Abruzzo DOC e, nel 1996, la Denominazione di Origine Controllata Controguerra, che riunisce diverse tipologie di vino rosso e bianco.

Controguerra DOC

È la più giovane delle D.O.C. abruzzesi, origina nelle colline che comprendono i comuni di Controguerra, Ancarano, Colonnella, Corropoli, Torano Nuovo, e produce una tipologia di vini è vasta e completa: Rosso, Novello, Bianco, Spumante, Passito, Merlot, Cabernet, Ciliegiolo, Pinot, Nero, Passerina, Malvasia, Riesling, Moscato Amabile, Chardonnay.

Tra questi il più apprezzato è il Controguerra Rosso, immesso al consumo con una gradazione minima del 12,5%, dopo un periodo di invecchiamento, a decorrere dall’inizio di dicembre dell’anno di vendemmia, di cui sei mesi di affinamento in bottiglia.

Il colore è rosso rubino intenso, l’odore vinoso e il sapore asciutto e leggermente tannico.

Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane DOCG

Prodotto in tutto il territorio collinoso della provincia di Teramo, con il minimo di 90% di vitigni Montepulciano e massimo il 10% di Sangiovese.

Deve essere sottoposto ad un periodo di invecchiamento di due anni, di almeno 3 per portare in etichetta la menzione “RISERVA”, di cui minimo un anno in botti di rovere o castagno.

Necessita di sei mesi di affinamento in bottiglia; il periodo di invecchiamento è calcolato a partire dal 1° novembre dell’annata di produzione delle uve.

Il colore è rubino intenso, con lievi sfumature violacee tendenti al granato con l’invecchiamento; il profumo è caratteristico e intenso; il sapore è asciutto, pieno robusto ma armonico e vellutato. Gradazione: 12,5%. Perfetto con i bolliti, si accompagna bene alle carni rosse, al pollame e ai formaggi stagionati.

Il Montepulciano D’Abruzzo Colline Teramane DOCG ha adottato un disciplinare rigoroso: delimitazione del territorio di produzione delle uve, una resa massima per ettaro di 95 quintali, il divieto di allevamento a tendone per i nuovi impianti, con densità di impianto minimo di 3000 ceppi ad ettaro.

Referenze Bibliografiche:

Guglielmi S., “Andar per vini”, 2007

Di Cintio M., “Terra e amore per il vino”, 2007

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